ARTE, STORIA E VELOCITÀ – A MONZA È UN APPUNTAMENTO SEMPRE PIÙ SPECIALE

admin

02/09/2025

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(Credit: Pirelli)

FORMULA 1 PIRELLI GRAN PREMIO D’ITALIA 2025 –

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(Credit: Pirelli)

L’appuntamento di Monza è sempre speciale ma quest’anno lo è ancora di più. Per la settantacinquesima volta il Campionato del Mondo di Formula 1 correrà sul tracciato dell’Autodromo, la pista dove si sono disputate più gare nella storia della massima competizione automobilistica.

È speciale per la Pirelli, che qui vedrà culminare i festeggiamenti per il traguardo dei 500 Gran Premi raggiunto a Zandvoort lo scorso fine settimana: così come nel Gran Premio d’Olanda, anche in quello d’Italia tutte le gomme slick e le venti vetture in pista saranno decorate dal logo presentato a Londra il 18 febbraio scorso, in occasione della festa per i 75 anni della Formula 1. A Monza, infine, piloti e squadre si ritroveranno insieme ai vertici della F1, della FIA e della Pirelli per una foto celebrativa, a poche ore dalla partenza della gara.

Speciale sarà anche il podio del FORMULA 1 PIRELLI GRAN PREMIO D’ITALIA 2025 – questo il nome ufficiale dell’evento – che si svolge ad una ventina di chilometri dalla sede centrale del Global Tyre Partner della competizione, per due motivi. I tre piloti che saliranno sul podio indosseranno un Podium Cap particolare nell’ambito della collezione 2025 prodotta da Pirelli Design con il contributo creativo del designer Denis Dekovic. Il Podium Cap di Monza, contraddistinto dal colore azzurro che richiama il cielo italiano che sovrasta il “Tempio della Velocità” e decorato con il logo dei 500 GP, è già in vendita sulla piattaforma di e-commerce dedicata (https://store.pirelli.com/). 

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Il Trofeo Pirellli “Chimera” – (Credit: Pirelli)

Quegli stessi tre piloti, nonché il rappresentante della squadra del primo classificato, alzeranno al cielo un trofeo specialissimo, “Chimera”. È questo, infatti, il nome che l’artista italiano Nico Vascellari ha scelto per la quinta edizione del progetto ideato da Pirelli e Pirelli HangarBicocca. Dal 2021, infatti, viene affidata ad un artista italiano la creazione del trofeo della gara italiana di cui Pirelli è Title Sponsor, trasferendo l’espressività contemporanea dai canonici circuiti dell’arte a quelli della Formula 1, che proprio quest’anno vede Pirelli celebrare la propria presenza in ben 500 Gran Premi.  La prima commissione era stata affidata all’artista Alice Ronchi nel 2021, seguita nel 2022 da Patrick Tuttofuoco, nel 2023 da Ruth Beraha e nel 2024 ad Andrea Sala.

Le mescole 

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(Credit: Pirelli)

Non cambia la selezione di mescole per il Gran Premio d’Italia: all’Autodromo Nazionale Monza verranno infatti utilizzate la C3 come Hard, la C4 come Medium e la C5 come Soft, esattamente come lo scorso anno, quando la pista era stata appena riasfaltata. Dopo dodici mesi di utilizzo, l’asfalto avrà inevitabilmente subito un processo di invecchiamento, ma ciò non dovrebbe incidere in maniera sostanziale sul ventaglio di strategie possibili sul circuito che richiede il carico aerodinamico più basso di tutta la stagione.

Le mescole più utilizzate in gara saranno con ogni probabilità la Hard e la Medium. Il livello di graining dovrebbe essere presumibilmente inferiore rispetto a quello riscontrato lo scorso anno, quando il manto non era ancora rodato. Il tempo perso in pit-lane per il cambio gomme è tra i più elevati del calendario: le squadre cercheranno quindi di allungare il più possibile gli stint, tenendo sotto controllo il degrado, per provare a fermarsi solamente una volta per il cambio gomme.

La difficoltà nei sorpassi, dovuta soprattutto alla ridotta efficacia del DRS quando il carico aerodinamico di base è ai minimi, è un ulteriore elemento che, spesso, fa pendere la bilancia della strategia verso la sosta singola. A controbilanciarli potrebbe esserci il fattore temperatura: se fossero elevate – l’inizio di settembre in Lombardia può riservare ancora un clima da piena estate – il degrado dei pneumatici potrebbe accelerarsi e, di conseguenza, rendere il doppio pit-stop più competitivo.

Il tracciato 

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(Credit: Pirelli)

La pista di Monza è universalmente conosciuta come il Tempio della Velocità. Non è un caso che proprio questa pista detenga ancora il primato della gara con la velocità media più elevata (l’edizione del 2003 vinta da Michael Schumacher con una media di 247,586 km/h) e quella del giro di qualifica più veloce, sempre in termini di velocità media (Lewis Hamilton con la Mercedes nel 2020 in 264,362 km/h). Lo scorso anno la pole position firmata da Lando Norris è stata ottenuta con una velocità media sul giro di 263 km/h.

Il tracciato, lungo 5,793 km e caratterizzato da undici curve, viene percorso per circa l’80% a piena potenza, con monoposto configurate con il livello di carico aerodinamico più basso della stagione, al fine di ridurre al minimo la resistenza all’avanzamento.

In questo contesto diventano determinanti la stabilità in frenata e la trazione in uscita di curva, in particolare nelle chicane – come la Prima Variante e la Variante Ascari – dove la velocità cala repentinamente. Le sollecitazioni laterali entrano invece in gioco nelle curve più veloci del circuito, come la Biassono e la leggendaria Parabolica, oggi dedicata a Michele Alboreto.

Dopo il completo rifacimento dell’asfalto effettuato nel 2024, quest’anno l’autodromo ha concentrato i lavori sul miglioramento delle aree riservate al pubblico. Sono stati aggiunti oltre quattromila posti di gradinata destinati agli spettatori con biglietto prato – senza sedile assegnato in tribuna – ed è stata ampliata la zona hospitality sopra i box. La sala stampa, in seguito a quest’ultima modifica, è stata temporaneamente trasferita in una struttura provvisoria a due piani, con una capienza di 400 postazioni, collocata nei pressi delle vecchie rimesse.

Parola chiave: frenata

La frenata della prima variante di Monza rappresenta una delle più severe del calendario di Formula 1. Secondo i dati Brembo, le vetture arrivano al punto di staccata a circa 337 km/h e subiscono una decelerazione immediata di quasi 5g, scendendo fino a 89 km/h. Il pilota, applicando una forte pressione sul pedale, aziona i freni in carbonio. L’energia cinetica viene rapidamente trasformata in calore, che si trasmette anche ai pneumatici.

L’asse anteriore è quello più sollecitato durante la frenata, poiché sopporta la maggiore decelerazione. Nell’area di contatto tra pneumatico e asfalto, la cosiddetta “impronta a terra” – ridotta dal camber – si crea una compressione che può causare un appiattimento temporaneo del profilo. La gomma diventa così leggermente più piatta, aumentando l’usura ed esponendola al rischio di bloccaggio.

Il bloccaggio si verifica quando la gomma smette di ruotare e inizia a strisciare sull’asfalto. Questo fenomeno genera sul battistrada i “flat spot”, ovvero zone appiattite dove la gomma perde la sua rotondità. La conseguente perdita di aderenza fa sì che la vettura tenda ad allargare la traiettoria in curva rispetto all’intenzione del pilota. Invece di seguire la direzione impostata dal volante, la monoposto prosegue più dritta rispetto alla curva, dando origine a un fenomeno che si chiama sottosterzo. In caso di bloccaggio, il rischio di sottosterzo aumenta notevolmente, poiché i pneumatici scivolano sull’asfalto e non riescono più a generare la forza laterale necessaria per curvare efficacemente.

L’angolo delle statistiche 

Monza ospita quest’anno per la settantacinquesima volta una gara, il Gran Premio d’Italia, valida per il Campionato del Mondo di Formula 1. In realtà, il Gran Premio aveva già tagliato questo traguardo lo scorso anno, visto che nel computo va considerata anche l’edizione del 1980, che si corse a Imola. Monza resta in ogni caso il circuito che ha ospitato più Gran Premi nella storia della massima competizione automobilistica, superando Monaco e Silverstone.

Due piloti iconici come Michael Schumacher e Lewis Hamilton condividono non soltanto il primato di titoli iridati ma anche quello delle vittorie e Monza, cinque ciascuno. L’inglese detiene anche il record di pole position (7) ed è a pari merito col tedesco come numero di piazzamenti sul podio (8).

La Ferrari è la squadra con più successi: quasi un terzo (20) delle gare disputate sono state appannaggio della Scuderia, che detiene anche il primato di pole position (23) e di piazzamenti sul podio (72). La McLaren è seconda in tutte e tre le classifiche ma a grandissima distanza dalla squadra italiana: 11 vittorie, 12 pole position e 31 piazzamenti sul podio.

Monza detiene anche il primato di essere stata l’unica gara in cui ha vinto un motore Ferrari non montato su una vettura prodotta a Maranello: nel 2008, infatti, la Toro Rosso di Sebastian Vettel s’impose in una delle più grandi sorprese della storia della Formula 1. Peraltro, la squadra di Faenza causò un’ulteriore sorpresa dodici anni più tardi quando, con la denominazione di AlphaTauri, vinse il Gran Premio d’Italia con Pierre Gasly. Undici volte (1950, 1956, 1961, 1963, 1966, 1969, 1972, 1973, 1975, 1978 e 1979), il Gran Premio d’Italia ha visto l’assegnazione del titolo mondiale Piloti: l’unico a fare il bis iridato a Monza fu Jackie Stewart, campione nel 1969 e nel 1973.