Non potevo vantarne l’amicizia, la simpatia si. Reciproca. Avevamo in comune alcune cose. L’età, era nato alcuni mesi prima di me, anche io sono figlio di un carabiniere. Sergio da ragazzino giocava bene a pallone, e come me non passava mai la palla, voleva sempre fare goal. Anche lui partì giovane dall’Italia. Entrambe si viveva in Svizzera. Lo incontrai per la prima volta a Ginevra, al tradizionale incontro organizzato dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera nell’ambito del Salone Internazionale dell’Automobile. Aveva da poco intrapreso l’arduo compito di salvare la Fiat. Ci riuscì, lo sappiamo tutti, ma pochi sanno quanto gli stesse a cuore l’Italia. Rimasi stupito dal suo forbito italiano. Il genio della finanza con la passione per la Ferrari mostrava interesse anche per l’umile lavoro di un piccolo giornalista dell’auto. Nacque una certa simpatia. Ci si rivide in altre occasioni. Bravo, 500, Ducato, Jeep, Saloni dell’automobile. Ci si salutava e ci si punzecchiava vicendevolmente, sulle sigarette io sui pasticcini lui. Sempre con simpatia e ridendoci sù. Alle sue conferenze stampa il tempo volava. Agli incontri riservati agli invitati della CCIS, di cui era stato membro del consiglio di amministrazione, si confidava. Gli chiesi dei politici italiani che presenziavano a bordo di macchinone straniere, mi disse “è vero, ma stiamo preparando una ammiraglia”. Arrivò Giulia. Certi politici continuano ad arrivare con macchine straniere, ma dove l’avranno loro l’orgoglio? Ricordo con piacere una nostra passeggiata dalla sala delle conferenze di un hotel in prossimità del Palexpo di Ginevra ai padiglioni del Salone dell’automobile. Attorniati dagli agenti della scorta camminavamo tranquilli, solo noi due, parlando un po’ di macchine, dell’Italia e tanto dell’Arma. Un gruppo abbastanza numeroso di colleghi giornalisti notarono il nostro arrivo. Da quel giorno mi ritrovai in saccoccia un pacco di ammirazione. E d’invidia. Dell’Arma era innamorato. Di li a poco, sulla rivista dei Carabinieri cominciai a notare annunci a pagine intere del Gruppo. Era di una semplicità strabiliante, che solo i veri geni possiedono. Comunicava come pochi, guardando negli occhi e mettendo tutti alla stessa altezza, grandi e piccini.
Sergio Marchionne (1952 – Ϯ2018) ha operato in Fiat dal 2014. Nei suoi 14 anni di immenso lavoro ha rimesso in ordine l’azienda e i suoi numerosi Marchi. Dopo il duello miliardario vinto con GM, queste le tappe più importanti: 2008 acquisizione di Chrysler; gennaio 2009 entrata di Fiat nel capitale Chrysler e nascita del 6° gruppo automobilistico mondiale FCA – Fiat Chrysler Automobiles -. 2011: ritorno all’utile di Chrysler. Il 2014 è l’anno della Ferrari, che porta in Borsa, del rilancio Alfa Romeo e Maserati. 2018: azzeramento del debito FCA e pareggio di bilancio. Riporta l’Alfa Romeo in Formula 1 e lascia un piano industriale (2018-2022) che rappresenta una svolta epocale per FCA. Il 26 giugno scorso il suo ultimo atto pubblico, la consegna a Roma di una speciale Jeep Wrangler all’Arma dei Carabinieri.
graziano guerra