MONDO DEI MOTORI IN LUTTO PER LA SCOMPARSA DEL CAMPIONE AUSTRIACO –
Il tre volte Campione del Mondo si è spento a 70 anni lunedì 20 maggio in una clinica svizzera – La notizia è stata resa nota dalla famiglia. Niki Lauda è nato a Vienna il 22 febbraio 1949. Ha conquistato tre titoli mondiali, nel 1975 e nel 1977 con la Ferrari e nel 1984 con la McLaren. Lo stato di salute di Niki Lauda si aggravò nell’agosto del 2018 quando fu sottoposto a trapianto polmonare.
Una vera leggenda – uno dei più grandi personaggi del motorsport, mancherà profondamente
Una vera leggenda e un’enorme presenza paddock, Lauda lascia un’eredità difficile da eguagliare e un vuoto difficile da colmare. Un personaggio unico che non sarà mai dimenticato dalla comunità degli sport motoristici. Tutto il mondo del Motosport si è unito al cordoglio, dalla Ferrari alla Mercedes ai tifosi in tutto il mondo.
MotoGP e Dorna Sports hanno esteso le loro più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici, alla squadra, allo sport e al paddock.
Il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta: “Con Niki, ho perso un amico e qualcuno con il quale ho avuto un’amicizia molto speciale, è stato anche un grande fan del nostro sport e abbiamo avuto l’onore averlo spesso ospite nel nostro paddock. Invio le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi figli”.
Un percorso unico, come sportivo e come uomo

Scommettendo su sé stesso nei primi anni ’70, gettò le basi per una carriera che avrebbe segnato generazioni di piloti F1, aprendogli anche le porte del costruttore più iconico dello sport: la Ferrari. Nel 1974 la conquista del suo primo podio, poi vittorie e pole position e quindi il vero assalto alla corona, conquistata nel 1975, quando già si era assicurato un posto nei libri di storia del motorsport.
Lauda avrebbe continuato a scrivere molto più di un singolo capitolo. Nel 1976 andò probabilmente in scena una delle più grandi sfide, Hunt vs Lauda. All’inizio dominio, poi la sfortuna e all’inizio della gara al Nürburgring, l’incidente che lo vide intrappolato nella sua Ferrari in fiamme. Subì gravissime ustioni e i fumi causarono gravi danni polmonari. Seguì uno dei più grandi – se non il più grande – ritorno alle gare di tutti i tempi. Nonostante gravità, Lauda sopravvisse all’incidente e tornò alle competizioni. Molti sarebbero andati in pensione, Niki preparò il suo ritorno.
Dopo sei settimane, miracolosamente, tornò al volante a Monza, bendato e con un casco appositamente modificato. Il tempismo era cruciale per la fase finale con il rivale James Hunt nell’ultimo Grand Prix in Giappone. Lì, sotto la pioggia battente di Fuji, lottò con una visibilità ridotta, anche per il danno subito alle palpebre, e alla fine prevalse la ragione con la decisione di ritirarsi. Lauda continuò a competere al vertice, oltre la rivalità, e nel 1977 conquistò di nuovo il titolo Campione del mondo con la Ferrari.
Passò alla Brabham nel 1978, e annunciò il suo ritiro prima della fine del 1979, l’uomo d’affari prese il sopravvento. Ma un’altra rimonta era dietro l’angolo e nel 1982 tornò sulla griglia di Formula 1 – questa volta al volante di una McLaren, e nel 1984 allungò la sua storia con un capitolo splendente riconquistando la corona mondiale nel 1984, con solo mezzo punto di vantaggio sul compagno di squadra Alain Prost, a quasi un decennio dai suoi primi successi.
Lauda annunciò il suo ritiro la stagione seguente, e questa volta fu per sempre. Assumendo ruoli come Team Manager e commentatore televisivo nel paddock. Poi divenne presidente non esecutivo del team Mercedes F1. Lì, avrebbe di nuovo coperto un ruolo cruciale nella conquista di numerosi Campionati del Mondo.