Messico e nuvole …. Rosse!
Da Austin a Città del Messico ci sono oltre 1.200 chilometri di distanza ma sembra non essere cambiato molto rispetto a una settimana fa. In Texas aveva vinto una Ferrari e una Ferrari ha vinto nella capitale messicana. L’unica differenza è che stavolta è stato Carlos Sainz a passare per primo sotto la bandiera a scacchi mentre il compagno di squadra Charles Leclerc ha finito la corsa al terzo posto.
In mezzo alle due Rosse si è piazzato Lando Norris. Questa è la quarta vittoria nella carriera del pilota spagnolo, la seconda in questa stagione dopo quella di Melbourne. Per la Ferrari questo è il successo numero 248, il secondo consecutivo e il quinto nel 2024: era dal 2018 che la squadra italiana non vinceva così tanti Gran Premi in un anno. Questa di oggi è la terza vittoria della Scuderia sul tracciato intitolato ai fratelli Rodriguez dopo quelle di Jacky Ickx nel 1970 e di Alain Prost nel 1990.
Dopo il risultato di domenica il vantaggio di Verstappen nella classifica Piloti si è ridotto a 47 punti su Norris e a 71 su Leclerc. Nella classifica Costruttori la McLaren è sempre prima con 566 punti mentre la Ferrari (537) ha scavalcato la Red Bull, ora terza con 512.
LA GIORNATA IN PISTA
Alla partenza 14 piloti hanno scelto la Medium, sei (Perez, Ocon, Colapinto, Lawson, Bottas e Zhou) la Hard. La corsa è stata neutralizzata già al primo giro a causa della collisione fra Tsunoda e Albon, che ha costretto entrambi al ritiro. Nei primi giri dopo la ripartenza c’è stata tantissima azione in pista con sorpassi e controsorpassi – con diverso lavoro per gli Steward… – poi la situazione si è stabilizzata, soprattutto nelle prime posizioni, per poi ravvivarsi nel finale, coi duelli fra Leclerc e Norris e fra i due piloti della Mercedes. Le uniche variabili sono state la rimonta di Verstappen, piombato nelle retrovie dopo la doppia penalità per un totale di 20″ per poi risalire in sesta posizione, e la partita a scacchi a distanza per ottenere (o togliere ad un avversario diretto) il punto addizionale per il giro più veloce della corsa.
Lo stint più lungo con le Medium lo ha completato Piastri, arrivato a percorrere i primi 39 giri con un set di C4. In assoluto, il primato per la porzione di gara più lunga con uno stesso treno di gomme se l’è aggiudicato un habitué della specialità, vale a dire Bottas, che ha completato 49 tornate con la Hard.
Al netto dei pit-stop effettuati negli ultimissimi giri per stabilire il miglior tempo sul giro, tutti i piloti hanno impostato la strategia su una sola sosta. L’unico a farne due è stato Perez che, partendo dalle retrovie, ha provato a fare qualcosa di diverso.
“Una corsa che ha dato il meglio in termini di emozioni nei primi, intensissimi giri e poi è andata progressivamente congelandosi, almeno per quanto riguarda le prime posizioni, per poi ravvivarsi nuovamente nel finale, con i duelli fra Leclerc e Norris e quello, più prolungato, fra Hamilton e Russell. Alle spalle dei primi cinque classificati, invece, l’azione non è mai mancata e si è ulteriormente ravvivata negli ultimissimi giri con diversi piloti che si sono fermati per cercare il giro più veloce. Dal punto di vista della strategia sono state confermate le previsioni della vigilia, con la sosta singola come assoluta protagonista e quella che prevedeva la partenza con la Medium per passare alla Hard come la più veloce fra le tre combinazioni possibili. Lo ha dimostrato, per esempio, Piastri il quale, pur partendo molto indietro, ha seguito la stessa strategia dei primi e ha finito comunque nei punti. Di solito, le gare su una sosta richiedono un’attenta gestione degli pneumatici ma oggi abbiamo visto come i piloti abbiano potuto spingere senza preoccuparsi troppo del degrado che è stato molto limitato su entrambe le mescole. La Medium ha avuto un po’ di graining ma non ha penalizzato eccessivamente le prestazioni mentre la Hard è risultata sempre efficace, anche per chi ha effettuato gli stint più lunghi, arrivati a sfiorare quota 50 giri”. MARIO ISOLA – DIRETTORE MOTORSPORT PIRELLI