Ogni zaino sulle spalle racconta una nuova avventura. Ma per mille sorrisi al suono della campanella, serve un impegno quotidiano: tenere alta la guardia sui percorsi casa-scuola.

All’inizio di ogni anno scolastico, più di un milione di bambini e ragazzi torna a popolare strade, marciapiedi e incroci nel tragitto tra casa e scuola. Alcuni affrontano questo percorso per la prima volta, emozionati e curiosi, ma non sempre consapevoli dei pericoli che il traffico può nascondere.
È un momento delicato. I bambini non sono piccoli adulti: non possiedono ancora tutte le abilità necessarie per affrontare in modo sicuro le situazioni complesse che il traffico stradale può presentare. Anche quando si muovono con entusiasmo e buona volontà, sono imprevedibili, distratti, vulnerabili.
Ogni anno, in Svizzera, circa 760 bambini sono coinvolti in incidenti mentre si spostano a piedi, in bicicletta o in monopattino. Ecco perché il percorso casa-scuola deve diventare una priorità condivisa. Serve attenzione, formazione, accompagnamento. Serve pazienza.
Genitori, insegnanti, istruttori del traffico, responsabili delle infrastrutture scolastiche e dei trasporti: tutti possiamo fare la nostra parte. Dall’insegnare ai bambini il percorso più sicuro all’individuare e migliorare i punti critici, dalla promozione del pedibus alle consulenze specializzate dell’UPI: le azioni possibili sono molte.
L’obiettivo è chiaro: zero incidenti mortali. È la visione dell’UPI, Ufficio svizzero di prevenzione infortuni, che da anni sostiene con determinazione questa causa, offrendo strumenti, formazione e supporto a tutti coloro che si occupano di sicurezza infantile.

Annick Rywalski, vicedirettrice dell’UPI: «Un ritorno a scuola in sicurezza è possibile grazie all’impegno costante di genitori, insegnanti, istruttrici e istruttori del traffico, responsabili degli edifici, direzioni scolastiche e di responsabili degli impianti stradali. L’UPI sostiene tutti questi attori con offerte di consulenza, formazione e con i nostri mezzi di comunicazione. Moltiplicando le azioni concrete e basandoci sulla nostra rete di 1200 delegate e delegati alla sicurezza nei comuni, possiamo ridurre il numero di incidenti gravi e mortali che colpiscono le bambine e i bambini».